Posso fidarmi?
sicura-mente!

Tutto cioè che viene detto al terapeuta durante il colloquio è segreto.
Uno dei timori più grandi che spesso ferma le persone dal rivolgersi ad uno psicologo è la vergogna: ci si vergogna di stare male, di avere bisogno di aiuto, di quello che si è fatto o addirittura ci si vergogna di quello che si pensa o di come ci si sente. Come se non bastasse, a volte alla vergogna si somma un’altra grande paura: che quello che viene riferito durante il colloquio possa in qualche modo diventare di dominio pubblico

Il segreto professionale è uno dei capisaldi della professione dello psicologo

Lo psicologo infatti è tenuto al più stretto riserbo: nulla di ciò che apprende durante il colloquio può essere in nessun caso riferito ad altri. Anche nel caso in cui lo psicologo venga chiamato a testimoniare in tribunale è tenuto ad avere il consenso documentato (cioè scritto) del diretto interessato, ed anche in questo caso lo psicologo ha l’obbligo di tutelare al massimo il benessere del suo paziente, potendo quindi scegliere di astenersi dal testimoniare o comunque dal riferire ciò che abbia appreso durante i colloqui (in particolare art.11, art.12, art.13 del Codice Deontologico degli Psicologi)

A cosa serve l’iscrizione all’Albo?

L’iscrizione all’Albo professionale degli Psicologi garantisce al paziente che il clinico a cui si sta rivolgendo sia un professionista abilitato alla professione, che abbia compiuto uno specifico percorso di formazione teoria e pratica e che debba attenersi al rispetto di ogni articolo del Codice Deontologico di categoria