Ultimamente avete avuto l’impressione che le nuove generazioni siano diverse da quelle della vostra epoca? Che i bambini e gli adolescenti moderni abbiano qualcosa che non va?

Avete ragione… ma non è come credete!
Negli ultimi 50 70 anni la diffusione di disturbi quali ansia e depressione giovanile sono aumentati costantemente. Una varietà di studi recenti ha dimostrato come questo incremento sia reale, e non solo un’impressione. Non solo gli adolescenti sono sempre più depressi, ma sta aumentando in modo preoccupante anche il numero di bambini afflitti da ansia e depressione.

A questo punto ci possiamo chiedere: perché?
Dato che questo incremento non è correlato ad eventi reali come si potrebbe pensare (ad esempio guerre, incertezza economica e via discorrendo), si è ipotizzato che questo cambiamento in negativo abbia più a che fare con la visione del mondo che hanno i nostri ragazzi, piuttosto che con il mondo “reale”.
Una specie di “pessimismo cosmico” li pervade, e l’idea di non avere nessun controllo sugli eventi della propria vita li rende abbattuti e proni ad ogni tipo di difficoltà: i nostri ragazzi sentono di non poter fare nulla.

Cosa cambia questa convinzione, nella pratica?
Pensare di poter avere il controllo sul proprio futuro rende più facile prendersi cura di sé, impegnarsi nel lavoro, essere membri attivi della comunità. Credere di non averne alcuno invece rende ansiosi e depressi, il pensiero sottostante diventa “potrebbe capitarmi qualcosa di terribile in qualsiasi momento e non potrei fare nulla per impedirlo”. Cosa c’è di più drammatico di un tale senso di impotenza? L’annichilimento totale, il pensiero che “è inutile tentare, tanto sono condannato”.

Come è avvenuto questo calo di percezione di controllo nei giovani nel corso degli anni?

Nello studio del Prof. Twenge l’ipotesi è che questo cambiamento di percezione sia determinato dal passaggio da obiettivi intrinsechi – cioè il realizzarsi a livello personale come il sentirsi competenti – ad obiettivi estrinseci – cioè avere ricompense materiali e l’approvazione degli altri. Purtroppo abbiamo molto meno controllo sugli obbiettivi estrinseci di quanto invece abbiamo sugli obiettivi intrinseci: con impegno posso diventare più competente, ma non è detto che allo stesso modo riesca a diventare ricco! Posso trovare un senso alla mia vita, ma questo non mi renderà più bello e fisicamente attraente. Se il mio benessere emotivo è determinato dai giudizi altrui e dalle ricompense esterne, posso fare ben poco per sentirmi meglio.

Di chi è la colpa?
Il prof. Twenge suggerisce che il responsabile di tutto ciò, e di conseguenza di questo dilagare di disturbi quali ansia e depressione nei giovani e giovanissimi, sia un cambiamento culturale, oltre che epocale: la cultura moderna del materialismo promossa da tutti i media espone i giovani fin dalla nascita a bombardanti messaggi che indicano come univa vera felicità quella data dal possesso di oggetti e gadget costosissimi, attraverso la popolarità e l’ammirazione della massa, perfino data dal bere una certa bibita gasata piuttosto che il liquore di turno, nell’essere persone di successo, ricche, ma soprattutto “pubbliche” (perché non sei veramente popolare se non hai mille follower su Twitter, un milione di visualizzazione su YouTube e tremila like su Facebook).

La verità è che non c’è un solo colpevole, siamo tutti colpevoli. Quello che possiamo fare per aiutare i nostri bambini e i nostri ragazzi a non deprimersi e a non essere sopraffatti dall’ansia è stimolarli e incoraggiarli nella crescita personale, nel raggiungimento di obiettivi che riguardino il loro sviluppo come Persone e non come “personaggi”, nel sostenerli nella ricerca di modelli sani e – perché no – dare noi stessi il buon esempio!