A tutti quanti nella vita prima o poi capita di fare delle pessime scelte, ma cosa ci spinge a sbagliare? Sicuramente ve lo siete chiesti più volte.

Qui sotto sono elencati 20 “tranelli” nei quali il nostro cervello incappa facilmente. Alcuni sono molto noti, altri meno.
Certo, conoscere questi “tranelli” non vi darà la certezza assoluta di non fare più errori di valutazione, ma almeno vi permetterà di aumentare la probabilità di successo.

“Conosci il tuo nemico” spesso si traduce in “conosci te stesso”
Mettersi in discussione, aprirsi alla possibilità di aver sbagliato in una scelta, è forse una delle lezioni più difficili da imparare nella vita.

L’ancora
La prima informazione “setta” tutte le informazioni successive.
Durante una negoziazione economica, ad esempio, il primo a fare un’offerta stabilirà inconsciamente nella testa di entrambe le parti un range economico di riferimento all’interno del quale muoversi ragionevolmente.

Ma io conosco…
L’informazione già in nostro possesso “pesa” di più.
Qualcuno potrebbe affermare che fumare non fa male, semplicemente perché conosce qualcuno che ha vissuto oltre 100 anni nonostante fumasse tre pacchetti di sigarette al giorno.

Like
Più è alto il numero di persone che credono una cosa, più questo numero salirà.
Ecco uno dei motivi per i quali a volte fare brain-storming produce poco (e perché su Facebook anche le bufale si propagano a macchia d’olio).

Sicuramente il mio ragionamento non ha errori
Scagli la prima pietra chi è senza peccato!
Si notano con molta più facilità gli errori di ragionamento negli altri che in se stessi. Pensare di poter ragionare senza incappare in questi “tranelli” è – di per sé – un “tranello”.

Ogne scarrafone è bell’ a mamma soja
Quando scegliamo qualcosa, tendiamo a difendere questa scelta.
Il nostro cane per noi sarà sempre fantastico, anche se ogni tanto morde qualcuno, fa la cacca sul tappeto e il vicino si rifiuta di tenercelo per il fine settimana: a nessuno piace notare di essersi sbagliati.

Lo schema
Eventi casuali vengono visti come raggruppati secondo schemi o sequenze.
Si può così credere con convinzione che al lancio di una moneta – a seconda del numero di teste uscite in sequenza fino al lancio precedente – la possibilità che esca testa o croce sia aumentata o diminuita.

La conferma
Tendiamo ad ascoltare solo le informazioni che confermano le nostre idee.
Per questo motivo è estremamente difficile avere discussioni costruttive (nonostante le evidenti, congrue e pluri-decennali prove scientifiche) riguardo i vaccini o il cambiamento climatico del pianeta.

L’abitudine
Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quel che lascia e non sa quel che trova.
Tendiamo a preferire le prove e le informazioni vecchie a quelle nuove: ad esempio ci volle un po’ di tempo perché le persone accettassero l’idea che la terra non era piatta, ma tonda.

Il placebo
“Basta un poco di zucchero…”
A volte basta credere che qualcosa abbia un certo effetto per goderne dei risultati.
E se Mary Poppins cantava che con lo zucchero “la pillola va giù”, la scienza ci dice che in alcuni casi basta lo zucchero da solo – purché sopra ci sia scritto “pillola” – a far passare qualche malanno minore.

Innovare è meglio
Più moderno, più efficiente, più tutto!
Un po’ al contrario della trappola conservatrice, chi cade in questa tende a pensare che il nuovo sia necessariamente meglio del vecchio, sopravvalutandole l’utilità e sottostimandone le limitazioni.
Chi si ricorda il periodo dei cellulari così piccoli (sempre più piccoli) che si finiva regolarmente con il perderli?

Vivi il presente!
Il passato è passato.
Spesso si tende a valutare le ultime informazioni come le più importanti rispetto alle precedenti. Così accade ad esempio che gli investitori basino le loro scelte di mercato sulla situazione attuale, finendo col prendere decisioni poco oculate.

La sicurezza
Certo che lo so!
A volte essere sicuri di sé finisce con l’essere controproducente, perché si tende a sottovalutare rischi e conseguenze.
Un esempio banale: chi si è imbattuto in un neopatentato alla guida ha potuto notare come, 90 volte su 100, tra ansia e insicurezza chi ha la patente da poco guidi con maggior prudenza di chi invece ha la patente da molti anni.

La rilevanza
Qual è la caratteristica più evidente?
Per semplicità e comodità tendiamo a focalizzarci sulle caratteristiche più rilevanti e facilmente riconoscibili di oggetti e persone.
Per questo motivo è più facile pensare che moriremmo se ci colpisse un fulmine piuttosto che se facessimo un incidente d’auto, anche se le probabilità di essere colpiti da un fulmine è incredibilmente più bassa rispetto all’essere coinvolti in un incidente stradale.

L’aspettativa
Cosa ti aspetti?
Ciò che pensiamo – e ci aspettiamo – filtra la nostra esperienza e quindi le informazioni a cui prestiamo attenzione: cioè quelle che “teniamo”.
Quando si tratta di calcio, ad esempio, noteremo con molta più facilità i falli degli avversari rispetto a quelli della nostra squadra del cuore. Ancora più in generale, se una persona ci è antipatica noteremo le sue azioni scorrette e non le sue buone azioni.

Tutti bravi! Facile!
La trappola del successo
Giudicare una situazione a posteriori può portare a notare solo i successi e non i fallimenti o le fatiche sottostanti.
Ad esempio, prima della crisi, si poteva pensare che fare gli imprenditori fosse facile, perché non si sentiva mai parlare di imprenditori falliti o delle difficoltà da superare, ma soltanto di imprenditori di successo che sembravano non conoscere sconfitte o problemi.

Avere certezze
I dubbi non ci piacciono, meglio poche certezze.
L’incertezza ci crea ansia, i dubbi lasciano spazio a domande riguardo la possibilità di aver fatto la scelta giusta o sbagliata, di aver provocato un danno o semplicemente di non aver fatto la cosa migliore.
Al punto che tendiamo a preferire le cose certe, anche se rischiano di essere controproducenti – e ne siamo consapevoli.

Che confusione!
Perché cercare maggiori informazioni quando non serve?
Se siamo in grado di fare una previsione o di compiere una scelta, avere informazioni estremamente dettagliate e superflue – con molta probabilità – ci complicherà la scelta invece di agevolarla.

Lo struzzo
Informazioni negative o pericolose? meglio ignorarle!
Si vive più serenamente facendo finta che le cose brutte non esistano, certo, però questo potrebbe avere dei risvolti negativi se le scelte che facciamo sono guidate da questo istinto!

Il risultato
Potrebbe essere stato solo un colpo di fortuna.
Vale la pena giudicare una scelta in base al risultato? Solo perché una volta hai vinto con il gioco d’azzardo non significa che giocartici tutto lo stipendio sia una buona idea.

Lo stereotipo
La trappola più nota, ma più difficile da eradicare.
Se evolutivamente la possibilità di identificare rapidamente qualcuno come “amico” o “nemico” ha avuto i suoi vantaggi nel corso dei millenni, oggi come oggi categorizzare un gruppo o una persona senza avere reali informazioni può diventare un grosso problema, soprattutto perché, tra tutte le trappole mentali,questa è quella di cui tendiamo ad abusare quotidianamente.

Articolo originale su Business Insider UK