Mentimi! (se ci riesci)
Tutti abbiamo sentito parlare dei trucchi per capire se il nostro interlocutore ci sta mentendo: movimento oculare, postura, piccoli movimenti inusuali. Tutti “trucchetti” basati sull’idea comune che sia possibile riconoscere un bugiardo perché il mentitore, inconsciamente, si tradisce (quasi) sempre attraverso il corpo. L’argomento è sicuramente molto interessante, al punto che qualche tempo fa una famosa serie tv si basava proprio sulla capacità del protagonista di riconoscere le menzogne dalla verità. (Nella foto: Lie to me, con il bravissimo Tim Roth).

Recentemente però il prof. Thomas Ormerod dell’Università del Sussex ha dimostrato con una ricerca molto interessante come ci siano in realtà metodi migliori dell’osservazione del linguaggio corporeo per smascherare un bugiardo, dimostrando che con il suo metodo la probabilità di riconoscere correttamente un bugiardo sale a percentuali nettamente superiori rispetto al metodo usuale, basato appunto sul linguaggio corporeo.

Questo nuovo metodo, in cosa consiste? Molto semplicemente… nella logica.

Il CCE (Controlled Cognitive Engagement method) consiste nell’ingaggiare il potenziale bugiardo in una chiacchierata amichevole e valutare quando e quanto le risposte si fanno elusive o incoerenti. Questo nuovo metodo si è dimostrato oltremodo efficacie rispetto al classico controllo del linguaggio corporeo soprattutto perché le persone non mentono tutte nello stesso modo ed è difficile poter dire con certezza che un certo movimento sia il segnale di una menzogna.

Cosa fare quindi per diventare esperti nel CCE?

  1. Fare domande aperte, che non lascino spazio a semplici sì o no.
    Più il nostro “sospettato” dovrà usare la fantasia per risponderci, più sarà facile che si contraddica.
  2. Costringere il “bugiardo” ad affaticarsi mentalmente.
    Chiedere di ricordare avvenimenti del passato o fare domande inaspettate costringono a fare uno sforzo maggiore, rendendo ancora più faticoso mantenere la “trama” della propria bugia.
  3. Cercare piccoli dettagli verificabili all’interno del racconto.
    Se ne trovate, non correggete il vostro bugiardo, ma lasciatelo fare. Più si sentirà sicuro di sé più sarà facile che si dilunghi in altre bugie, incastrandosi definitivamente.
  4. Osservare attentamente eventuali cambiamenti nell’esposizione.
    La tensione data dal mentire potrebbe portare il nostro bugiardo a parlare molto più in fretta o molto di più, mano a mano che sente di perdere il controllo della situazione.
  5. Mantenere la conversazione a livello di chiacchierata amichevole.
    Si ottengono più risultati con una pressione leggera ma costante, piuttosto che con un interrogatorio pressante che mette da subito sul chi va là.

Quindi, se avete dei dubbi su qualcuno, non perdete tempo ad osservare se si gratta il naso mentre vi parla, ma procedete con un’amichevole (disarmante) chiacchierata!

La descrizione dello studio del Prof. Ormerod pubblicata sul sito dell’Università del Sussex